Territorio e tradizione
Benvenuti nell’universo delle Alpi dell’Alta Provenza
Qui, c’è un’oasi di ricchezza e intimità
L’area, situata nel cuore della Provenza, alle sorgenti del Verdon, è una vera e propria oasi di pace abbracciata dalle colline descritte nei romanzi di Giono. È costellata da antichi borghi perfettamente incorniciati dalla gariga, la tipica vegetazione dell’Alta Provenza. Tra i vicoli provenzali il tempo sembra essersi fermato. Se vi capitasse di perdervi, seguite il mormorio che risuona dai numerosi corsi d’acqua o lungo le gole del Verdon: vi guiderà alla scoperta di luoghi verdeggianti. Modellato dal profilo dei vigneti, il paesaggio dell’Alta Provenza offre uno spettacolo cromatico in cui si mescolano armoniosamente l’oro dei campi di grano e le sfumature azzurrate delle vaste distese di lavanda.
Tra le ricchezze naturali di questo rigoglioso territorio sono nate denominazioni storiche come la DOP Pierrevert e l’IGP Alpi dell’Alta Provenza. Vi sono sorte anche grandi aziende di prestigio internazionale, come l’Occitane-en-Provence di Manosque.
In base ai propri gusti e interessi, i visitatori possono approfittare anche della stazione termale di Gréoux-les-Bains, dedicarsi alle attività nautiche sul lago d’Esparron-de-Verdon, scoprire l’antica città di contea di Forcalquier, immergersi nell’intimità dello scrittore Jean Giono nella sua antica residenza di Manosque o passeggiare tra i vigneti che circondano il pittoresco villaggio di Pierrevert.
Qui, si coltiva l’“art de vivre” francese e il piacere della condivisione
Le Alpi dell’Alta Provenza si distinguono innanzitutto per una storia fatta di incontri. Un invito alla convivialità, ai sapori regionali, ai prodotti del territorio e agli antichi mestieri. In queste terre storicamente agricole e rurali, le tradizioni artigianali si tramandano di generazione in generazione con l’eterna attenzione a preservare la qualità.
Grazie alla ricchezza del suolo, le Alpi dell’Alta Provenza regalano ai visitatori curiosi un’esperienza gustativa unica e sorprendente. Forte dell’incontro di diversi mercati, la regione offre itinerari enogastronomici avvolti da un’atmosfera calorosa e caratterizzati da gustose specialità locali, come il formaggio di Banon, il miele, il Petit Épeautre (un particolare tipo di farro), le erbe di Provenza o il rinomato agnello di Sisteron.
Qui, i vini sono di qualità rara
«Qui, non è lontano, è altrove…»
Cara a Jean Giono, la regione Manosque è un angolo segreto che custodisce i più splendidi tesori viticoli del Paese, e persino del mondo. Con 778 ettari di vigneti arrampicati sulle alture, le cui radici affondano nello stesso terreno di olivi, faggi e castagni, le Alpi dell’Alta Provenza godono di una topografia rara, che dona ai loro vini un sapore inconfondibile.
Grazie alla competenza e all’abilità dei vignaioli locali, che già più di cinque secoli fa deliziavano con i loro prodotti il re Renato I d’Angiò, Conte di Provenza e di Forcalquier, i vini di questo territorio sanno conquistare ancora oggi i palati esigenti di appassionati ed esperti.
D’altronde i vini prodotti qui sono tra i migliori rosé della Provenza e hanno conquistato riconoscimenti internazionali, dimostrando la particolarità dei loro aromi e la ricchezza del loro bouquet.
Qui, la vita del vignaiolo è scandita dalle stagioni della vigna
Il mestiere di vignaiolo è complesso ma altrettanto affascinante. L’amore che lo lega alle proprie vigne è intenso, carnale, profondo, intimo e travolgente.
In ogni periodo dell’anno si crea un’alchimia, si instaura un dialogo e si realizza un duro lavoro scandito da giornate interminabili, notti in bianco e mattinate al freddo ma al tempo stesso salvifiche.
D’inverno, il vignaiolo ha un’unica ossessione: la potatura della vite. Da questa, dipenderà il carico di gemme e quindi la produzione finale. Oltre alla sopravvivenza della vite per decenni.
In aprile la vite inizia a germogliare: finalmente si risveglia e si rivela. Ma il fiore si schiuderà solo due mesi dopo. Nell’attesa, il vignaiolo scruta con attenzione il cielo, invocando gli dei perché il tempo sia clemente e i delicati fiori vengano preservati.
Infine, il vignaiolo deve decidere con precisione quando iniziare la vendemmia: anticipare anche solo di pochi giorni potrebbe significare raccogliere uve ancora non sufficientemente mature.
Nella cantina deve quindi seguire i processi con estrema perizia. Dalla fermentazione alla trasformazione in alcol, passando per il trasferimento in vasca e la follatura, si tratta di una fase cruciale che dà il verdetto sul potenziale dell’uva e il futuro dell’azienda agricola.